Ci crea sempre una profonda tristezza, assistere al termine di una bella mostra di scultura. Si recuperano le opere, si smonta, si imballa e si fa ritorno a studio. Ma in fondo, rientriamo molto soddisfatti, ci siamo confrontati e abbiamo condiviso idee e risate, con tanti bravi colleghi pittori e scultori. Ogni uno di essi ci ha arricchito, ci ha trasmesso qualcosa di nuovo,, forse anche nostro malgrado, ha smosso quell’ humus artistico, quasi in forma melmosa, depositato in fondo alla nostra coscienza. Ma ecco che, grazie a questa fantastica esperienza, emerge in superficie a livello cognitivo. Ci stupisce, sbalordiamo, ci fa mormorare: ma dai, come non ci avevo pensato prima?… Sono i prodromi di un nuovo lavoro, una nuova idea in fase embrionale e già ci friggono le dita nell’ attesa mal contenuta, quasi incontenibile di affondare le mani nella materia plastica, per dare finalmente forma al nostro io interiore.
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