DOVE SONO GLI EQUIVALENTI ASTRATTI DELL’ UNIVERSO ?

I pezzi faticosamente scelti i intersecano nello scenario interno delle valigie, secondo una prospettiva spaziale ben precisa, secondo un meccanismo psichico che sconfina quasi in un complesso architettonico, nell’ ironia di una favola primitiva, in un rito di appropriazione e riappropriazione di spazio, per dare scheletro e carne a ciò che altrimenti resterebbe invisibile, fino a trovare la posizione esatta di tutti gli equivalenti astratti del nostro universo .  Quindi , possiamo dire che sono due gli elementi astratti dell’ universo, così come sono due gli elementi fondamentali che costituiscono le valigie: un contenitore limitatore dello spazio esterno, non sempre una valigia ma anche un semplice profilo ligneo, al cui interno prendono vita e si agitano agili ed eleganti elementi architettonici, costruiti, presentati, assemblati ad incastro per dare senso compiuto al tutto. Tutto questo fatto con estrema accuratezza, in un dialogo costruttivo comune, nello scandaglio del colore ma anche della luce, sfaccettature di forme leggere, direi quasi diafane, impercettibili e sognanti in un collage di linee geometriche che creano fantasmagorici arabeschi della fantasia. Pertanto è possibile affermare che la valigia è come l’ arte, o come la vita stessa, troppo misteriosa, troppo contraddittoria e forse anche troppo vasta per essere rinchiusa tutta entro un unica filosofia, da comprimere per essere seguita ciecamente .  L’ uomo di oggi è in balia di troppe passioni che lo sommergono quotidianamente ed a cui tenta di sfuggire inutilmente, cercando se possibile, di viverle non in modo negativo, ma cercando di trasferirle, trasporle e condensarle secondo pura fantasia d’ artista all’ interno dell’ opera creata .

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